Quando su Adwords trovi gli annunci di un competitor con il tuo nome Marchio
Ritrovarsi un concorrente in prima posizione su Google per i termini di ricerca che definiscono il tuo marchio può essere molto frustrante. Ecco cosa puoi fare se ti capita qualcosa del genere.
Molti inserzionisti Adwords considerano la possibilità di fare offerte utilizzando il nome di Concorrenti più conosciuti, soprattutto se non sono protetti, e la verità è che questa può trasformarsi davvero in una vittoria facile. Dopo tutto il tuo prezioso traffico sui motori di ricerca, è costituito principalmente da clienti nuovi o esistenti.
Giustamente o no, Google (e altri motori di ricerca) consente ai concorrenti di fare offerte utilizzando parole chiave relative al tuo marchio.
Utilizzare il nome di un azienda molto visibile in un determinato settore per rendersi visibili è una pratica non eticamente bellissima.
Quello di non utilizzare il nome di un altro per avere maggiore visibilità, è come un accordo non scritto, ma nel mondo dei motori di ricerca non funziona così.
Ciò significa che tecnicamente i tuoi concorrenti potrebbero decidere di ricevere traffico utilizzando il nome della tua azienda, e se non rispetteranno questo accordo non scritto, finiranno per acquisire una parte significativa del tuo prezioso traffico e magari dei tuoi clienti.
Quindi, se ti trovi sul lato della trincea che deve difendersi dalla concorrenza, cosa puoi fare?
La buona notizia è che ci sono diverse cose che si possono fare per dissuadere i concorrenti, e una volta fatte, i tuoi concorrenti ritireranno i loro annunci, perchè li hai resi inefficaci.
Ecco cosa fare:
1. Battili sulle Parole chiave del tuo marchio (Branded)
Se non hai ancora iniziato a fare offerte per i termini relativi al tuo marchio, questo è il momento per iniziare, e non solo su Google, anche nel caso di Bing può essere importante.
Prendi il controllo di ciò che i tuoi potenziali clienti vedono quando cercano il nome del tuo marchio, ovunque lo cerchino.
Battere i concorrenti sul proprio terreno di casa non sarà un grande problema, e diventerà un ottimo vantaggio. Otterrai facilmente la posizione numero 1, colonizzando la SERP per i termini del tuo marchio e otterrai un punteggio di qualità dell’annuncio di nove su dieci.
Di conseguenza, il costo per clic sarà inferiore rispetto ai concorrenti, in genere molto economico e, essendo tu presente nell’asta, il loro CPC aumenterà a sua volta in modo significativo.
Se non hai un punteggio di qualità pari a 9 o 10 in termini di marchio, migliorare questo aspetto dovrebbe essere una priorità per la tua azienda.
Migliorare l’impatto del Marchio e il tuo CPC è sicuramente una di quelle azioni che avrà un impatto globale, su tutta l’azienda, sulle percentuali di trasformazione, lo scontrino medio, e molti altri fattori. La riconoscibilità del Marchio è uno dei fattori vitali per la sopravvivenza e il fiorire di un’azienda sul mercato. Dopo tutto, cosa potrebbe essere più rilevante per il tuo marchio, se non il tuo marchio!
2. Avvia un reclamo relativo al marchio
Se hai un marchio e il tuo concorrente lo sta utilizzando nei propri annunci, invia un reclamo per il tuo marchio e Google potrebbe disapprovare gli annunci dei tuoi competitor. Se autorizzate, anche le agenzie web possono farlo per conto del proprietario del marchio.
C’è una forte possibilità, che i tuoi concorrenti non notino che i loro annunci sono stati disapprovati, non si renderanno conto che non possono più fare offerte sulle tue parole chiave, il che significa che smetteranno semplicemente di apparire per i termini del tuo brand.
Una sorta di vittoria sotterranea, ma comunque una vittoria!
Se i tuoi concorrenti produrranno annunci contenenti il tuo marchio dopo che il reclamo ha avuto successo, c’è comunque una piccola vittoria anche qui. Infatti quegli annunci non andranno mai a buon fine.
Non potranno usare il tuo marchio nei loro annunci e quindi il loro punteggio di qualità ne risentirà e i loro CPC saranno notevolmente più alti dei tuoi.
3. Contatta i tuoi concorrenti
Contattare i concorrenti e chiedere di rimuovere i loro annunci ovviamente non sempre funziona, e si potrebbe ragionevolmente presumere che i concorrenti non rimuoveranno mai le loro pubblicità, ma in ogni caso, il risultato peggiore che si può raggiungere è che ignorino la tua e-mail o dicano di no.
Dato che sicuramente vale la pena provare, non si sa mai, il risultato potrebbe sorprenderti.
Una volta uno dei nostri clienti ci ha incaricato di fare un’offerta sui termini di ricerca di un marchio concorrente. Qualche giorno dopo hanno ricevuto questa email (i nomi sono cambiati ovviamente):
Ciao Marco,
Sono Roberto, Amministratore di Bravi Ragazzi SRL.
Volevo solo sapere se potresti gentilmente ritirare il tuo annuncio AdWords per le parole chiave relative al nostro brand (vedi immagine allegata).
Riteniamo sia poco conveniente dover creare annunci sfruttando i marchi aziendali altrui reciprocamente per ottenere traffico sui nostri rispettivi siti web.
Per favore fatemi sapere se siete d’accordo con questa nostra idea per un migliore rapporto di concorrenza.
Buona giornata.
Alla fine ha funzionato; il nostro cliente ha apprezzato l’educata richiesta di sensibilizzazione e ci ha chiesto di disattivare i nostri annunci pubblicitari per i termini relativi a “Bravi Ragazzi SRL”. L’email è semplice, ma la soluzione è interessante per entrambe le parti.
4. Fai un’annuncio sui loro termini
Questa è l’ultima opzione, ed è l’ultima di proposito… perché francamente non è molto attraente. È improbabile che la reazione al lancio di annunci pubblicitari sui termini del marchio della concorrenza sia destinata ad avere risvolti positivi.
Nella migliore delle ipotesi, li incoraggia a chiudere le loro pubblicità verso i termini relativi al tuo marchio.
Tuttavia, il risultato più probabile è che si inneschi una guerra di offerte, con aumenti di CPC da entrambe le parti in quanto entrambe le parti lottano per il controllo su termini rispettivamente relativi all’uno o all’altro, il tutto a vantaggio di nessuno, tranne che di Google, che decisamente adora questo tipo di Guerre, perchè le vince solo lui.
Se un’e-mail di avvertimento venisse inizialmente ignorata, potrebbe valere la pena di impegnarsi un pò con campagne improntate su termini del marchio concorrente. Poi si potrebbe provare ancora a contattarli con una richiesta di armistizio(per usare un termine di guerra), questa volta supportando con prove, la propria tesi che va nella direzione di fermare inutili spese di risorse, che possono essere usate per campagne più produttive.
Conclusione
I concorrenti che lanciano campagne utilizzando i termini del tuo brand sono ammessi da Google e quindi potenzialmente non puoi fermarli. Tuttavia, se ti dovesse capitare, ora sai che ci sono diversi passaggi che puoi intraprendere per minimizzare, se non azzerare, questo problema.
In primo luogo, assicurati di dominare lo spazio pubblicitario per il brand spot, prima di parlare con il tuo concorrente. È nell’interesse di entrambe le parti evitare che gli annunci su marchi concorrenti vadano fuori controllo.