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Feedback – Cos’è un Feedback – Significato e importanza

importanza del feedback per raggiungere la crescita

Il dibattito sul feedback e su come esso viene applicato sul lavoro, e nei vari campi della società non è nuovo. Almeno dalla metà del secolo scorso, la questione di come far migliorare i dipendenti, i prodotti, le relazioni attraverso il feedback ha generato molte opinioni differenti e ricerche. Ma recentemente la discussione ha assunto una nuova intensità.

Cos’è un Feedback?


In parole semplici, il feedback è un’informazione di ritorno su un’azione o un comportamento, che ha lo scopo di guidare e migliorare le performance future.

È lo strumento più potente che abbiamo per capire cosa funziona, cosa no, e come possiamo crescere a livello personale e professionale. Che venga da un capo, da un collega o da un cliente, un feedback ben gestito è il motore del miglioramento.

Benvenuto nella nostra guida che ti spiega dettagliatamente come dare e ricevere un feedback.
Se vuoi entrare subito negli aspetti pratici Clicca qui per leggere subito come Dare e Ricevere feedback

 

 

Perché il Feedback è fondamentale?

Raccogliere opinioni oneste

Il feedback dei clienti è uno strumento essenziale per ottenere pareri onesti sui servizi o prodotti da parte di persone che hanno familiarità con essi. I pareri possono rendere più facile entrare nelle menti dei più importanti critici.

Leggi anche: Come Raccogliere recensioni su Facebook e Google

I 2 Tipi di feedback fondamentali

Quando i clienti ritengono che un’azienda si preoccupi veramente di loro e di che cosa pensano, possono esserci più probabilità che diventino clienti fedeli. Quando un’impresa apporta delle modifiche al proprio lavoro, in base ai feed-back(recensioni), mostra che realmente ascolta e rispetta tali pareri.

Una recente indagine effettuata dal Forum delle imprese private americane mostra che circa il 44% degli imprenditori vogliono migliorare la soddisfazione del cliente e ancora di più vogliano essere in grado di fare affari con i loro clienti attuali.

Chiaramente per fare questo, gli imprenditori hanno bisogno di scoprire che cosa i loro clienti (e potenziali clienti) vogliono e quanto sono soddisfatti (o non) con gli attuali prodotti e i servizi forniti.

L’attenzione al cliente è fondamentale, ma i metodi di acquisizione dei commenti e il metodo corretto di interpretarli e filtrarli, varieranno anche in base al settore industriale e in base ai clienti.
Ci sono diverse opzioni aperte alle imprese che vogliono raccogliere feedback.I 2 Tipi di Feedback Fondamentali

Feedback Positivo

 

Che cos’è un feedback positivo?

Il feedback positivo è un tipo di feedback che si concentra su punti di forza, contributi e valore. Rafforza ciò che le persone stanno facendo bene.

Il feedback positivo è strettamente correlato a un altro concetto, il rinforzo positivo. Nel rinforzo positivo, non controlli costantemente ciò che qualcuno sta facendo di sbagliato. Invece, tieni gli occhi aperti per le opportunità di riconoscere e lodare comportamenti specifici.

Se sei un genitore o un insegnante, potresti avere molta familiarità con il modo in cui il rinforzo positivo può spostare la dinamica tra un adulto e un bambino. Bene, generalmente rispondiamo ancora meglio al rinforzo positivo che alla punizione negativa anche quando non siamo più bambini.

I vantaggi di un feedback positivo

Ci sono molti vantaggi del feedback positivo. Un grande vantaggio del feedback positivo è l’aumento del coinvolgimento dei componenti di un team.

Un sondaggio Gallup ha riportato l’impatto che un feedback positivo può avere sul coinvolgimento dei dipendenti. Il sondaggio ha riportato che il 67% dei dipendenti era pienamente coinvolto quando i manager si concentravano sui loro punti di forza nel fornire un feedback. Decisamente alto se confrontato con il 31% dei dipendenti coinvolti con manager che si sono concentrati sui loro punti deboli mentre fornivano loro una critica.

Il feedback positivo appare anche creare fiducia e morale tra i dipendenti. In combinazione con il coinvolgimento dei dipendenti, la fiducia e il morale se ben utilizzato aumenterà la motivazione e le prestazioni complessive. Come molti altri aspetti dell’esperienza del dipendente, il feedback positivo può avere un effetto a catena positivo. Può aiutare a ridurre il turnover e mantenere i tuoi dipendenti più felici più a lungo se fatto bene.

Visto, da una prospettiva di coaching e di sviluppo delle performance, è cruciale “razionalizzare” e approfondire ulteriormente il perché e il come il feedback positivo sia così potente, distinguendolo dalla mera lode superficiale.

  1. Radici Neuroscientifiche e Psicologiche: Come accennato in precedenza riguardo all’apprendimento, il nostro cervello è predisposto a crescere e sviluppare nuove connessioni neurali principalmente nelle aree già forti.
    Il feedback positivo, quando mirato sui punti di forza e sui successi, agisce come un catalizzatore per questo processo naturale.
    Attiva il sistema nervoso parasimpatico (“riposa e digerisci”), rendendo la persona più ricettiva, creativa e aperta all’apprendimento.
    Psicologicamente, rinforza l’auto-efficacia, ovvero la fiducia nelle proprie capacità di avere successo in compiti specifici. Questa fiducia è fondamentale per affrontare nuove sfide e perseverare di fronte alle difficoltà. Non si tratta solo di “sentirsi bene”, ma di creare le condizioni neuro-psicologiche ottimali per lo sviluppo.

  2. La Necessità di Specificità e Autenticità: Il vero potere del feedback positivo si sprigiona quando è specifico, sincero e basato su osservazioni concrete, proprio come un feedback correttivo efficace. Dire semplicemente “Ottimo lavoro!” ha un impatto limitato. Dire “Ho apprezzato molto il modo specifico in cui hai gestito l’obiezione del cliente X durante la chiamata di ieri (Comportamento/Situazione), perché hai mantenuto la calma, hai fatto domande chiarificatrici e hai proposto una soluzione concreta che lo ha rassicurato (Impatto)” è infinitamente più potente.
    Questo tipo di feedback positivo:

    • Identifica chiaramente il comportamento desiderato o efficace.
    • Spiega perché è stato efficace (l’impatto).
    • Rende la persona consapevole di una sua forza o di una strategia vincente che potrebbe non aver pienamente riconosciuto.
    • Fornisce un modello comportamentale da replicare e potenzialmente trasferire ad altre situazioni.
  3. Funzione Strategica nel Coaching: Per un coach, il feedback positivo non è un semplice “zucchero” per addolcire la pillola di un feedback correttivo (il famigerato e spesso inefficace “sandwich feedback”). È uno strumento strategico per:

  4. Ancorare i successi: Aiutare il coachee a riconoscere, celebrare e analizzare i propri successi, capendo cosa li ha resi possibili.
  5. Costruire sulla forza: Identificare i talenti e le strategie già esistenti su cui costruire per raggiungere nuovi obiettivi.
  6. Promuovere la riflessione: Stimolare domande come: “Cosa esattamente ha funzionato in quella situazione?”, “Quali tue risorse personali hai messo in campo?”, “Come puoi utilizzare questa stessa forza o approccio in futuro o in altri contesti?”.
  7. Energizzare il cambiamento: Il focus sui successi e sulle potenzialità genera energia positiva e motivazione intrinseca, rendendo più probabile l’impegno verso ulteriori miglioramenti.
  8. Attenzione alle Trappole: L’efficacia si perde se il feedback positivo diventa vago, esagerato, insincero o viene percepito come manipolatorio. Deve essere meritato e collegato a performance o comportamenti specifici. Inoltre, non deve sostituire completamente la necessità di affrontare aree di miglioramento, ma può creare un clima di fiducia che rende anche le conversazioni più sfidanti più produttive.

In sintesi, razionalizzare il feedback positivo significa vederlo non come una semplice pacca sulla spalla, ma come un intervento mirato e potente che, basandosi su come apprendiamo e prosperiamo, accelera lo sviluppo dell’eccellenza individuale riconoscendo, rinforzando e aiutando a replicare ciò che già funziona bene. È un pilastro fondamentale per costruire consapevolezza, fiducia e performance durature.

FEEDBACK NEGATIVO STRUTTURA CIRCOLARE INTERROTTA

Feedback negativo

Paura del feedback negativo

C’è il timore da parte delle aziende che vengano lasciati troppi commenti negativi(o spam) ma la maggior parte dei sistemi di blog sono programmati con la possibilità di monitorare i commenti e richiedere l’approvazione prima che siano effettivamente postati. Se un commento aiuta (ancorchè negativo) dovrebbe essere pubblicato, comunque  un imprenditore può decidere di approvare il commento, ma anche di rispondere ad esso, cercando di essere utile e mostrare interesse. Oppure eliminarlo ma affrontare il problema internamente alla propria azienda.

Non fare nulla non è l’opzione migliore, ma ciò che è meglio dipenderà sempre dalle circostanze.

Una buona azienda prenderà i commenti negativi come critiche sane, che fungano da lezione, per adattare il proprio funzionamento e far piacere a quelle poche persone che non sono felici del trattamento e, auspicabilmente, migliorare la qualità complessiva del customer care all’interno del proprio team.

Naturalmente niente cambiamenti drastici, essi non possono essere considerati la miglior linea d’azione, perchè si può finire per scontentare i clienti che sono già felici, che è il motivo per cui cercare attivamente il feedback dei clienti è un buon piano.

Parlare di “feedback negativo”, quindi, porta con sé connotazioni problematiche. Da una prospettiva di coaching, è preferibile parlare di “feedback correttivo” o “feedback di sviluppo”: l’intenzione non è giudicare o sminuire, ma illuminare un’area di potenziale crescita o correggere una rotta che sta portando a risultati indesiderati.

Ecco una razionalizzazione di questo approccio:

  1. Necessità Selettiva e Scopo Chiaro: Sebbene l’enfasi debba rimanere sulla valorizzazione dei punti di forza (come discusso per il feedback positivo), ignorare comportamenti palesemente controproducenti, errori significativi o performance costantemente al di sotto delle aspettative realistiche non è utile né per l’individuo né per l’organizzazione. Lo scopo del feedback correttivo è quindi:

    • Aumentare la consapevolezza: Aiutare la persona a vedere l’impatto specifico delle sue azioni o la discrepanza tra il suo operato e gli obiettivi/standard attesi, che potrebbe non percepire pienamente.
    • Prevenire danni o errori futuri: Indirizzare tempestivamente un comportamento che, se non modificato, potrebbe portare a conseguenze più gravi.
    • Facilitare l’allineamento: Chiarire aspettative o processi, assicurando una comprensione comune.
    • Stimolare il Problem Solving: Innescare una riflessione e una ricerca attiva di soluzioni alternative.
  2. Il “Come” è Tutto: Minimizzare la Minaccia, Massimizzare l’Apprendimento: Sapendo che il cervello reagisce alla critica chiudendosi, la modalità di consegna del feedback correttivo diventa cruciale per renderlo produttivo. Questo richiede:

    • Intenzione Genuina di Aiuto: La persona deve percepire che l’obiettivo è il suo sviluppo, non la colpa o la punizione.
    • Massima Specificità e Oggettività (Stile SBI): Ancorare il feedback a una Situazione precisa, descrivere il Comportamento osservabile in modo fattuale (cosa hai visto/sentito) e illustrare l’Impatto concreto che ha avuto. Evitare assolutamente etichette (“Sei pigro”), generalizzazioni (“Sbagli sempre”) e giudizi sulla persona o sulle sue intenzioni.
    • Linguaggio Descrittivo e “Io-Messaggi”: Usare frasi come “Ho notato che…”, “In quella circostanza, ho osservato…”, “L’effetto che ho riscontrato è stato…” aiuta a presentare il feedback come una prospettiva basata su dati, non come una verità assoluta (ricordando l’effetto del valutatore idiosincratico).
    • Creare Sicurezza Psicologica attraverso il Dialogo: È fondamentale trasformare il momento del feedback in una conversazione. Dopo aver presentato l’osservazione (idealmente in modo conciso), invitare l’altro a condividere il suo punto di vista: “Qual è la tua prospettiva su questo?”, “Cosa stava succedendo per te in quel momento?”, “Come vedi la situazione?”. Ascoltare attivamente e senza interrompere è essenziale per comprendere e mostrare rispetto.
  3. Dall’Osservazione alla Soluzione Collaborativa: Una volta che c’è una comprensione condivisa del comportamento e del suo impatto (anche se non necessariamente un accordo totale sulla valutazione), il focus si sposta sulla soluzione. Invece di prescrivere (“Devi fare così”), un approccio coaching favorisce l’autonomia: “Quali alternative potresti considerare per il futuro?”, “Cosa pensi potrebbe funzionare meglio?”, “Di quale supporto avresti bisogno per…?”, “Quale piccolo passo potresti fare?”. L’obiettivo è co-creare un piano d’azione orientato al futuro.

  4. Distinzione dalla Critica Tradizionale: Questo approccio si differenzia nettamente dal “dire alle persone i loro difetti”. Non si concentra sulla persona, ma sul comportamento specifico e sul suo impatto. Non è un monologo giudicante, ma un dialogo esplorativo. Non si ferma al problema, ma cerca attivamente e collaborativamente soluzioni future. Richiede empatia, pazienza e l’abilità di separare l’osservazione dall’interpretazione.

In conclusione, razionalizzare il feedback correttivo significa riconoscerne la potenziale necessità in specifiche circostanze, ma affrontarlo con estrema cura e abilità comunicativa. Applicando i principi di specificità, oggettività, dialogo e orientamento alla soluzione, è possibile trasformare quella che altrimenti sarebbe una conversazione difficile e potenzialmente dannosa in un’opportunità significativa per la consapevolezza, l’apprendimento e lo sviluppo autentico, anche quando si affrontano aree di debolezza o errore.

Ora che abbiamo definito chiaramente i tre tipi di feedback, siamo pronti per passare dalla teoria alla pratica e vedere come si struttura una conversazione efficace.”

Guida passo passo per dare ricevere feedback

La ricerca di modi per dare e ricevere feedback migliori presuppone che il feedback sia sempre utile.
Ma l’unico motivo per cui ascoltiamo il feedback, è aiutare noi stessi o le persone a fare sempre meglio. Quando esaminiamo un feedback, ci chiediamo: Come posso aiutare questo o quello a crescere o migliorare?
La ricerca ha scoperto che le risposte che diamo spesso ai feedback ci portano in direzioni diverse dalla crescita.

Ciò che è un feedback, e ciò che intendiamo per “feedback” sono 2 cose diverse.

Come Dare un Feedback Efficace

Dare un feedback che sia realmente utile e accolto positivamente richiede più di una semplice opinione; necessita di intenzione, preparazione e abilità comunicativa. Ecco i passi fondamentali per trasformare il feedback in uno strumento di crescita:

  1. Definisci l’Intenzione e Preparati: Prima di tutto, chiarisci il tuo obiettivo: vuoi aiutare la persona a crescere, migliorare una specifica performance o rafforzare un comportamento positivo? Il tuo scopo deve essere costruttivo. Pensa a cosa vuoi comunicare esattamente e quali esempi specifici userai. Scegli un momento opportuno e un luogo privato, dove la conversazione possa avvenire senza interruzioni e con la giusta attenzione.
  2. Sii Specifico e Basato sui Fatti: Evita generalizzazioni vaghe (“Non sei preciso”) o giudizi sulla persona (“Sei disordinato”). Concentrati su comportamenti osservabili e situazioni concrete. Utilizza un approccio descrittivo, come nel modello SBI: descrivi la Situazione specifica, il Comportamento che hai osservato in modo neutro, e l’Impatto che quel comportamento ha avuto (su di te, sul team, sul progetto, etc.). Esempio: “Durante la presentazione al cliente di martedì (Situazione), ho notato che hai saltato la slide sui dati finanziari (Comportamento). L’impatto è stato che il cliente ha poi posto diverse domande specifiche a cui non eravamo preparati in quel momento (Impatto).”
  3. Parla per Te e Descrivi l’Impatto: Usa usa una struttura di frase tipo:”Io+messaggio” (“Io ho osservato che…”, “La mia percezione è stata…”, “Mi sono sentito/a…”) per esprimere la tua prospettiva senza presentarla come una verità assoluta. Spiegare l’impatto concreto del comportamento aiuta l’altra persona a comprenderne le conseguenze reali, al di là di un semplice giudizio.
  4. Crea un Dialogo, Non un Monologo: Dopo aver esposto il tuo feedback, fermati e ascolta attivamente la prospettiva dell’altra persona. Invitala a condividere il suo punto di vista, a fare domande. Un feedback efficace è una conversazione a due vie, non un’accusa unilaterale. Sii aperto a comprendere il suo contesto e le sue ragioni.
  5. Focalizzati sul Futuro e sulle Soluzioni: Una volta che il feedback è stato compreso, sposta la conversazione verso il futuro. Chiedi “Cosa potresti fare diversamente la prossima volta?” o “Come posso supportarti per affrontare questa situazione in futuro?”. Lavorate insieme per identificare possibili soluzioni o passi concreti per il miglioramento o per rinforzare ulteriormente ciò che già funziona bene (nel caso di feedback positivo). L’obiettivo è l’apprendimento e lo sviluppo, non la colpa.

Seguendo questi passi, il feedback cessa di essere una critica potenzialmente demotivante e diventa un dialogo costruttivo, un vero “nutrimento di ritorno” che abilita la consapevolezza e facilita la crescita personale e professionale, in linea con i principi fondamentali del coaching.

Esempi Pratici: Frasi Efficaci per il Tuo Feedback

Dare un feedback efficace è un’arte. Le parole che scegliamo possono aprire un dialogo costruttivo o erigere un muro di difensiva. La regola d’oro è semplice: parla del comportamento, non della persona. Concentrati su azioni osservabili e sul loro impatto, non su etichette o giudizi di valore.

Per rendere il feedback strutturato e chiaro, un modello universalmente riconosciuto è il modello STAR:

  • S – Situazione: Descrivi il contesto. Quando e dove è accaduto?
  • T – Task (Compito): Qual era l’obiettivo o il compito da svolgere?
  • A – Azione: Qual è stata l’azione specifica e osservabile che la persona ha compiuto?
  • R – Risultato: Qual è stato il risultato (positivo o negativo) di quell’azione?

Vediamo come applicare questo principio in diversi scenari.

Scenario 1: Feedback Positivo (o di Rinforzo)

Principio Chiave: Sii specifico. Un “bravo!” generico ha un impatto minimo. Un complimento dettagliato mostra che hai prestato attenzione e valorizza il contributo specifico della persona.

Frasi da usare:

 

  • Per un lavoro ben eseguito:

    “Ciao Marco. Durante la presentazione al cliente di ieri (S), quando dovevamo illustrare i dati di vendita (T), ho apprezzato moltissimo come hai utilizzato i grafici per semplificare i concetti (A). Ha reso i risultati immediatamente chiari e il cliente era visibilmente impressionato (R). Ottimo lavoro di analisi e sintesi.”

  • Per l’iniziativa e la proattività:

    “Sara, ho notato che la scorsa settimana (S), hai visto che il team era in difficoltà con la scadenza del progetto X (T) e di tua iniziativa hai creato un documento condiviso per tracciare i progressi (A). Questo ci ha aiutato a riallinearci e a consegnare in tempo (R). Grazie per aver preso in mano la situazione.”

Per la collaborazione:

“Volevo dirti che nella call di stamattina (S), quando Luca ha sollevato quel problema tecnico (T), il modo in cui sei intervenuto per spiegargli la soluzione con calma e fornirgli la documentazione corretta (A) è stato un grande esempio di spirito di squadra. Ha risolto il suo dubbio e ha permesso a tutti di procedere sereni (R).”

Scenario 2: Feedback Costruttivo (o Correttivo)

Principio Chiave: L’obiettivo è risolvere un problema, non trovare un colpevole. Approccia la conversazione come un coach, non come un giudice. Crea uno spazio di dialogo sicuro.

Formula consigliata: Fatto Osservabile + Impatto Concreto + Pausa e Domanda di Chiarimento + Collaborazione per il Futuro.

Frasi da usare in situazioni comuni:

  • Per una scadenza mancata:

    “Ciao Giulia, guardando il progetto Y (S), ho notato che la consegna della bozza, prevista per martedì (T), non è ancora arrivata (Fatto Osservabile). Questo sta causando un ritardo a catena sulla pianificazione del team grafico, che non può iniziare il suo lavoro (Impatto Concreto). C’è qualche difficoltà o ostacolo che non ho considerato? (Domanda di Chiarimento). Come possiamo riorganizzarci per la prossima volta per evitare che succeda di nuovo? (Collaborazione per il Futuro).”

  • Per un errore di distrazione nel lavoro:

    “Paolo, stavo revisionando il report trimestrale che mi hai inviato (S). Ti ringrazio per il lavoro. Ho notato un paio di incongruenze nei totali della Tabella 3 (Fatto Osservabile). Se mandiamo fuori il report così com’è, rischiamo di comunicare dati imprecisi al management (Impatto Concreto). Ti va di dargli un’occhiata insieme un attimo? (Collaborazione). Magari possiamo implementare un doppio controllo prima dell’invio la prossima volta.”

  • Per un atteggiamento poco costruttivo in riunione (soft skill):

    “Ciao Simona. Durante la riunione di brainstorming di stamattina (S), ho avuto la sensazione che fossi un po’ frustrata. Ho notato che quando venivano proposte nuove idee, i tuoi interventi si sono concentrati principalmente sugli ostacoli (Fatto Osservabile). Questo ha un po’ smorzato l’energia creativa del gruppo (Impatto Concreto). È solo una mia impressione o c’era qualcosa che ti preoccupava? (Domanda di Chiarimento). La tua visione critica è preziosa, come possiamo usarla per valutare le idee senza fermare il flusso creativo? (Collaborazione).”

Frasi da EVITARE sempre:

  • “Sei sempre in ritardo.” (Giudizio sulla persona, non sul comportamento)
  • “Questo lavoro è fatto male.” (Generico, non dà indicazioni su come migliorare)
  • “Perché non hai fatto come ti avevo detto?” (Accusatorio, chiude il dialogo)
  • “Non è un problema mio.” (Non collaborativo)

Gli 8 Errori Capitali nel Dare Feedback (e Come Evitarli)

Dare un feedback è un’arte. Sebbene l’intenzione sia quasi sempre positiva, una cattiva esecuzione può trasformare un’opportunità di crescita in un momento di conflitto. Evitare queste trappole comuni è il primo passo per diventare un comunicatore efficace.

1. Essere Vaghi e Imprecisi

  • L’Errore: Usare frasi generiche che non si basano su fatti osservabili.

    • Frase da evitare: “Devi essere più proattivo.”
    • Frase da evitare: “La tua presentazione non mi è piaciuta.”
  • Perché è un errore: La persona che riceve il feedback non ha idea di quale comportamento specifico debba cambiare. Genera confusione e frustrazione, non azione.

  • La Soluzione: Sii specifico e cita esempi concreti. Concentrati sul comportamento, non sul giudizio.

    • Frase efficace: “Ho notato che nell’ultima riunione di progetto non hai proposto nuove idee. Mi piacerebbe che alla prossima occasione provassi a condividere almeno un tuo suggerimento per migliorare il processo.”
    • Frase efficace: “Ho trovato la parte iniziale della tua presentazione molto chiara. Tuttavia, quando hai mostrato i dati di vendita, le slide erano un po’ affollate e difficili da leggere. Forse potremmo dividerle in due slide separate la prossima volta.”

2. Rendere il Feedback Personale

  • L’Errore: Criticare il carattere o la personalità di qualcuno invece del suo lavoro o comportamento.

    • Frase da evitare: “Sei sempre così disordinato.”
  • Perché è un errore: Si percepisce come un attacco personale. La persona si metterà sulla difensiva, si sentirà ferita e la fiducia nel rapporto verrà danneggiata.

  • La Soluzione: Separa la persona dal comportamento. Descrivi l’impatto che l’azione ha avuto sul lavoro o sul team, usando la struttura “Quando tu fai X, l’effetto è Y”.

    • Frase efficace: “Quando i file del progetto non sono nella cartella condivisa, io e il resto del team facciamo fatica a trovare le versioni aggiornate e rischiamo di lavorare su documenti vecchi. Possiamo stabilire di salvarli lì appena finiamo?”

3. Aspettare Troppo Tempo

  • L’Errore: Dare un feedback su un evento successo settimane o mesi prima.

    • Frase da evitare: “A proposito di quel report di due mesi fa, c’era una cosa che non andava…”
  • Perché è un errore: Il feedback perde di efficacia. I dettagli vengono dimenticati, il contesto si perde e può sembrare che tu stia serbando rancore.

  • La Soluzione: Il feedback dovrebbe essere il più tempestivo possibile (idealmente entro 24-48 ore dall’evento), in modo che sia rilevante e fresco nella memoria di entrambi.

4. Dare un Feedback Critico in Pubblico

  • L’Errore: Correggere o criticare un membro del team di fronte ad altri colleghi.

  • Perché è un errore: È umiliante e imbarazzante. Distrugge la sicurezza psicologica e la fiducia. Nessuno vuole essere esposto in questo modo.

  • La Soluzione: La regola d’oro è semplice: Loda in pubblico, correggi in privato. Trova sempre un momento e un luogo riservato per le critiche costruttive.

5. Concentrarsi solo sugli Aspetti Negativi

  • L’Errore: Usare la sessione di feedback solo per elencare ciò che non va.

  • Perché è un errore: È demotivante. Se le persone associano il feedback solo a esperienze negative, inizieranno a temerlo e a evitarti. Un feedback equilibrato è più facile da accettare.

  • La Soluzione: Inizia la conversazione riconoscendo un punto di forza, un impegno o un successo. Questo non è il “feedback a sandwich” (lode-critica-lode), ma un modo genuino per dimostrare che vedi la persona nella sua interezza.

    • Frase efficace: “Apprezzo molto come hai gestito la telefonata difficile con quel cliente. Hai mantenuto la calma e sei stato professionale. Parlando di clienti, vorrei discutere con te un modo per ottimizzare i tempi di risposta alle email…”

6. Sovraccaricare di Informazioni

  • L’Errore: Presentare una “lista della spesa” di 10 cose diverse che la persona deve migliorare, tutto in una sola conversazione.

  • Perché è un errore: La persona va in sovraccarico cognitivo. Non riuscirà a concentrarsi, si sentirà sopraffatta e alla fine non ricorderà nessuno dei punti chiave.

  • La Soluzione: Sii strategico. Scegli una o due aree di miglioramento prioritarie per ogni sessione. È molto più efficace risolvere un problema alla volta.

7. Trasformarlo in un Monologo

  • L’Errore: Il manager parla per il 90% del tempo, e il collaboratore ascolta in silenzio.

  • Perché è un errore: Non è un feedback, è una lezione. Non permette di capire il punto di vista dell’altra persona, le sue eventuali difficoltà o le ragioni dietro un certo comportamento.

  • La Soluzione: Rendilo un dialogo. Dopo aver esposto il tuo punto, fai domande aperte per stimolare la conversazione: “Cosa ne pensi?”, “Qual è la tua prospettiva su questo?”, “Hai incontrato delle difficoltà che non conosco?”, “Come posso aiutarti a superare questo ostacolo?”

8. Concludere Senza un Piano d’Azione

  • L’Errore: La conversazione finisce con un vago “ok, allora ci lavoriamo”.

  • Perché è un errore: Senza passi concreti, il feedback si disperde nell’aria. Il comportamento probabilmente non cambierà perché non c’è un impegno chiaro su cosa fare dopo.

  • La Soluzione: Concludi sempre la sessione definendo insieme un’azione chiara, semplice e misurabile. Stabilite un follow-up per verificare i progressi.

    • Frase efficace: “Ok, allora siamo d’accordo che da oggi proverai a caricare i file nella cartella condivisa a fine giornata. Che ne dici se tra una settimana diamo un’occhiata veloce per vedere come sta andando?”

Come impariamo dai Feedback?

Un’altra delle nostre teorie collettive è che il feedback contenga informazioni utili e che queste informazioni siano l’ingrediente magico che accelererà l’apprendimento di qualcuno. Ancora una volta, la ricerca punta nella direzione opposta.

L’apprendimento è meno una funzione dell’aggiungere qualcosa che non c’è Invece è molto di più il riconoscere, rinforzare e perfezionare ciò che già c’è. Le ragioni che ci portano a queste conclusioni sono 2.

La prima è che, neurologicamente, cresciamo di più nelle nostre aree di maggiore capacità (i nostri punti di forza sono le nostre aree di sviluppo). Il cervello continua a svilupparsi per tutta la vita, ma ogni persona lo fa in modo diverso.
A causa della tua eredità genetica e delle stranezze del tuo ambiente della prima infanzia, il cablaggio del tuo cervello è assolutamente unico. Alcune parti di esso hanno fitti boschetti di connessioni sinaptiche, mentre altre sono molto meno dense e questi schemi sono diversi da una persona all’altra.

Secondo la scienza del cervello, le persone crescono molti più neuroni e connessioni sinaptiche dove hanno già il maggior numero di neuroni e connessioni sinaptiche. In altre parole, ogni cervello cresce di più dove è già più forte.

“Le connessioni aggiunte sono quindi più simili a nuove gemme su un ramo piuttosto che a nuovi rami”.

Joseph LeDoux. NY UNIVERSITY

Attraverso questa lente, l’apprendimento assomiglia molto al costruire, a poco a poco, sugli schemi unici già presenti dentro di te. Il che a sua volta significa che l’apprendimento deve iniziare trovando e comprendendo quegli schemi: i tuoi schemi, non quelli di qualcun altro.

Concentrare le persone sui loro difetti non consente l’apprendimento; li indebolisce.

Joseph LeDoux. NY UNIVERSITY

Invece, attirare l’attenzione degli altri sui nostri punti di forza catalizza l’apprendimento, mentre l’attenzione sui nostri punti deboli lo soffoca.

La scienza neurologica mostra anche cosa ci accade quando altre persone si concentrano su ciò che funziona dentro di noi invece di rimediare a ciò che non funziona.

In un esperimento gli scienziati hanno diviso gli studenti in due gruppi. Ad un gruppo hanno dato un coaching positivo, chiedendo agli studenti quali fossero i loro sogni e come avrebbero fatto per realizzarli.

Gli scienziati hanno sondato l’altro gruppo sui compiti e su ciò che gli studenti pensavano di fare di sbagliato e di dover correggere. Mentre si svolgevano quelle conversazioni, gli scienziati hanno collegato ogni studente a una macchina di imaging a risonanza magnetica funzionale per vedere quali parti del cervello erano maggiormente attivate in risposta a questi diversi tipi di attenzione.

Nel cervello degli studenti a cui hanno chiesto cosa dovevano correggere, il sistema nervoso simpatico si è acceso. Questo è il sistema “lotta o fuga”, che silenzia le altre parti del cervello e ci permette di concentrarci solo sulle informazioni più necessarie per sopravvivere. Il tuo cervello risponde al feed back critico come una minaccia e restringe la sua attività.

La forte emozione negativa prodotta dalla critica “inibisce l’accesso ai circuiti neurali esistenti e invoca compromissione cognitiva, emotiva e percettiva”,

Richard Boyatzis Professore di Psicologia e Economia NY University

Concentrare le persone sui loro difetti o lacune non consente l’apprendimento. Lo danneggia.

Negli studenti che si sono concentrati sui loro sogni e su come realizzarli, il sistema nervoso simpatico non è stato attivato. Ciò che invece si è acceso è stato il sistema nervoso parasimpatico, a volte indicato come il sistema “riposa e digerisci”.

L’apprendimento si basa sulla nostra comprensione di ciò che stiamo facendo bene, non su ciò che stiamo facendo male, e certamente non sulla percezione di qualcun altro di ciò che stiamo facendo male. E secondo, che impariamo di più quando qualcun altro presta attenzione a ciò che funziona dentro di noi e ci chiede di coltivarlo in modo intelligente.

Eccellenza

Trascorriamo la maggior parte della nostra vita lavorativa perseguendo l’eccellenza nella convinzione che mentre definirla è facile, la parte davvero difficile sia decodificare come noi e tutti gli altri membri del nostro team dovremmo raggiungerla.

Al contrario: l’eccellenza in qualsiasi impresa è quasi impossibile da definire, eppure arrivarci, per ognuno di noi, è relativamente facile.

L’eccellenza sembra essere inestricabilmente e meravigliosamente intrecciata con chi la dimostra. La versione di ogni persona ha una forma unica ed è un’espressione dell’individualità di quella persona. Il che significa che, per ognuno di noi, l’eccellenza è semplice, in quanto è un’espressione naturale, fluida e intelligente dei nostri migliori estremi. Può essere coltivata, ma non forzata.

Possiamo fare un esempio pratico ad esempio pensando al mondo del calcio:

Tra i primi 30 cannonieri di tutti i tempi della serie A c’è l’attuale allenatore della Nazionale Roberto Mancini, il quale è semplicemente individuabile come un modello di eccellenza tecnica, era infatti un giocatore completo e dotato di grande controllo di palla, forza fisica, e un tiro eccellente e facilmente si ricavano i parametri dell’eccellenza perché sono da noi individuati come paradigmi di ciò che è l’eccellenza, stereotipi.

Mancini ha segnato lo stesso numero di Gol di Filippo Inzaghi, un giocatore che ha raggiunto l’eccellenza, con tutt’altri parametri che erano estremi della propria personalità applicata al problema. Inzaghi non era affatto un giocatore fine o dotato di forte tiro o maestria ne controllo palla, spesso faceva infuriare i tifosi per i suoi errori tecnici, eppure aveva una furia agonistica fuori dal comune e un senso della posizione in area di rigore che pochi nella storia hanno di mostrato, grande carattere e corsa. Questo gli ha consentito di applicarsi con eccellenza al suo ruolo.

L’eccellenza non è l’opposto del fallimento. Ma praticamente in tutti gli aspetti dell’attività umana, le persone presumono che lo sia e che se studiano ciò che porta a una patologia e fanno il contrario – o sostituiscono ciò che hanno trovato che manchi – possono creare un funzionamento ottimale. Questa ipotesi è errata.
Studia la malattia e imparerai molto sulla malattia e poco sulla salute. Sradica la depressione ma questo non ti avvicinerà alla gioia.

Le cause di un divorzio non ci diranno mai nulla del matrimonio felice. Se studi il fallimento, imparerai molto sul fallimento ma niente su come raggiungere l’eccellenza. L’eccellenza ha il suo modello.

Allo stesso modo eccellenza e fallimento spesso hanno molto in comune.
Poiché l’eccellenza è idiosincratica e non può essere appresa studiando il fallimento, non possiamo mai aiutare un’altra persona ad avere successo confrontando la sua performance con un modello di eccellenza prefabbricato, fornendole un feedback su dove le manca il modello e dicendole di colmare le lacune.

Questo approccio la porterà sempre e solo a prestazioni adeguate. Sottolinea i difetti grammaticali in un saggio, chiedi allo scrittore di correggere i difetti e, sebbene tu possa ottenere un saggio con una buona grammatica, non otterrai un pezzo di scrittura che trasporta il lettore. Mostra a un nuovo insegnante quando i suoi studenti hanno perso interesse e digli cosa fare per risolvere questo problema, e mentre ora potresti avere un insegnante i cui studenti non si addormentano in classe, non ne avrai uno i cui studenti necessariamente imparano più.

Come aiutare le persone a eccellere con il feedback

Se continuiamo a dedicare il nostro tempo a identificare il fallimento così come lo vediamo e a dare alle persone un feedback su come evitarlo, languiremo nel business dell’adeguatezza. Per entrare nel business dell’eccellenza abbiamo bisogno di alcune nuove tecniche:

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L’eccellenza è un risultato, quindi prendi nota di quando un potenziale cliente si appoggia a una presentazione di vendita, un progetto procede senza intoppi o un cliente arrabbiato si calma improvvisamente. Quindi rivolgiti al membro del team che ha creato il risultato e dì: “Quello! Sì, quello!” In questo modo, interromperai per un momento il flusso di lavoro e riporterai l’attenzione del tuo collega su qualcosa che ha appena fatto e che ha funzionato davvero.

C’è una storia su come il leggendario allenatore dei Dallas Cowboys Tom Landry ha trasformato la sua squadra in difficoltà.

Mentre le altre squadre allora esaminavano i contrasti sbagliati e le palle perse, Landry ha invece setacciato le riprese delle partite precedenti e ha creato per ogni giocatore una bobina dei momenti salienti di quando aveva fatto qualcosa in modo facile, naturale ed efficace. Landry pensava che mentre il numero di modi sbagliati per fare qualcosa era infinito, il numero di modi giusti, per ogni particolare giocatore, non lo era. Era conoscibile e il modo migliore per scoprirlo era guardare le azioni in cui quella persona l’aveva fatto in modo eccellente. D’ora in poi, ha detto a ogni membro della squadra, “ripetiamo solo le tue giocate vincenti”.

Ora, a un certo livello, lo faceva per far sentire meglio i membri del suo team con se stessi perché conosceva il potere della lode. Ma in realtà, Landry non era così interessato alle lodi quanto all’apprendimento.
Il suo istinto gli diceva che ogni persona avrebbe migliorato maggiormente le sue prestazioni se avesse potuto vedere, al rallentatore, come fosse la sua personale versione di eccellenza.

Puoi fare lo stesso. Ogni volta che vedi uno dei tuoi fare qualcosa che ha funzionato per te, che ha scosso un po’ il tuo mondo, fermati un minuto ed evidenzialo. Aiutando il membro del tuo team a riconoscere l’eccellenza per lei, dicendo: “Quello! Sì, quello!” – stai offrendo la possibilità di ottenere un’intuizione; stai evidenziando uno schema che è già presente dentro quella persona in modo che possa riconoscerlo, ancorarcisi, ricrearlo e perfezionarlo. Questo è imparare.

Riproduci le tue reazioni istintive

A differenza di Landry, non sarai in grado di filmare la tua gente. Invece, impara a replicare con loro le tue reazioni personali. La chiave non è dire a qualcuno quanto bene si è esibita o quanto è brava. Sebbene la semplice lode non sia una brutta cosa, tu non sei affatto l’autorità su cosa sia una prestazione oggettivamente buona, e istintivamente gli altri lo sanno.

Invece, descrivi ciò che hai vissuto quando il suo momento di eccellenza ha attirato la tua attenzione.

Non c’è niente di più credibile e più autorevole che condividere ciò che hai visto da lei e come ti ha fatto sentire. Usa frasi come “Questo è come mi sei arrivato” o “Questo è quello che mi ha fatto pensare” o anche solo “Hai visto cosa hai fatto lì?” Quelle sono le tue reazioni – sono la tua verità – e quando le trasmetti in dettaglio specifico, non stai giudicando, valutando o aggiustando; stai semplicemente riflettendo l’unica “figata” che una ha appena fatto al mondo, vista attraverso i tuoi occhi. E proprio perché non è un giudizio o una valutazione è allo stesso tempo più umile e più potente.

Il rovescio della medaglia, se sei il membro del team, ogni volta che il tuo team leader ti sorprende a fare qualcosa di giusto, chiedigli di fare una pausa e descrivere la sua reazione nei tuoi confronti. Se dice: “Ottimo lavoro!” chiedi: “Quale parte? Cosa hai visto che sembrava funzionare bene?” Ancora una volta, il punto non è accumulare lodi. Il punto è esplorare la natura dell’eccellenza, e questo è sicuramente un oggetto migliore per tutta l’energia attualmente puntata sulla “trasparenza radicale” e simili. Siamo così vicini alla nostra performance che è difficile avere una prospettiva su di essa e vedere i suoi schemi e componenti. Chiedi l’aiuto del tuo leader per rendere cosciente l’inconscio, in modo che tu possa capirlo, migliorarlo e, cosa più importante, farlo di nuovo.

Non perdere mai di vista l’interruzione con la massima priorità

Se vedi qualcosa che va fuori dai binari – una chiamata gestita male, una riunione persa, un progetto andato storto – l’istinto prenderà il sopravvento per fermare tutto per dire a qualcuno cosa ha fatto di sbagliato e cosa deve fare per risolverlo.

Questo istinto non è affatto fuorviante: se un membro del tuo team sbaglia qualcosa, devi affrontarlo.

Ma ricorda che quando lo fai, stai semplicemente rimediando e che rimediare non solo inibisce l’apprendimento, ma non ti avvicina nemmeno a prestazioni eccellenti. Come abbiamo visto, sviluppare l’eccellenza nei membri del tuo team richiede un focus diverso da parte tua. Se vedi qualcuno che fa qualcosa che funziona davvero, fermarla e analizzarla con lei.

Mentre riproduci ogni piccolo momento di eccellenza per il membro del tuo team, la farai entrare nello stato mentale “riposa e digerisci”.

La sua comprensione di come l’eccellenza appare e si sente dentro, diventerà più vivida, il suo cervello diventerà più ricettivo a nuove informazioni e creerà connessioni con altri input trovati in altre regioni del suo cervello, e imparerà, crescerà e migliorerà.

Esplora il presente, il passato e il futuro

Quando le persone vengono da te chiedendo un feedback sulle loro prestazioni o su cosa potrebbero dover correggere per essere promossi, prova questo:

Inizia con il presente. Se un membro del team si avvicina a te con un problema, lo sta affrontando ora. Si sente debole o sfidato e devi affrontarlo. Ma piuttosto che affrontare il problema frontalmente, chiedi al tuo collega di dirti tre cose che stanno funzionando per lui in questo momento. Queste cose potrebbero essere correlate alla situazione o completamente separate. Potrebbero essere significative o banali. Fai solo la domanda e lo stai preparando con l’ossitocina, che a volte viene chiamata la “droga dell’amore” ma che qui è meglio pensata come la “droga della creatività”. Fargli pensare a cose specifiche che stanno andando bene altererà la chimica del suo cervello in modo che possa essere aperto a nuove soluzioni e nuovi modi di pensare o agire.

Quindi, vai al passato. Chiedigli: “Quando hai avuto un problema come questo in passato, cosa hai fatto che ha funzionato?” Gran parte della nostra vita si svolge secondo schemi, quindi è molto probabile che abbia già riscontrato questo problema almeno un paio di volte. In una di quelle occasioni avrà quasi certamente trovato una via d’uscita, un’azione, un’intuizione o una connessione che gli ha permesso di uscire dal pasticcio. Fallo pensare a questo e vederlo con gli occhi della mente: cosa ha realmente sentito e fatto, e cosa è successo dopo.

Se vedi qualcuno che fa qualcosa che funziona davvero, fermala e analizzala.

Infine, guarda al futuro. Chiedi al membro del tuo team: “Cosa sai già di dover fare? Cosa sai già che funziona in questa situazione?” In ogni caso offri una o due delle tue esperienze per vedere se possono chiarire le sue. Ma opera partendo dal presupposto che lui conosca già la soluzione: lo stai solo aiutando a riconoscerla.

L’enfasi qui non dovrebbe essere sui perché: “Perché non ha funzionato?” “Perché pensi che dovresti farlo?”, I “perché”, quelli portano in un mondo confuso di congetture e concetti. Invece, concentrati sul cosa: “Cosa vuoi che accada realmente?” “Quali sono un paio di azioni che potresti intraprendere in questo momento?” Questo tipo di domande produce risposte concrete, in cui il tuo collega può scoprire se stesso mentre fa cose reali nel prossimo futuro.

Differenza tra feedback e critica

Il feedback riguarda il dire alle persone cosa pensiamo delle loro prestazioni e come dovrebbero migliorarle, a prescindere dal fatto che stiano facendo una prestazione efficace, guidando un team o creando una strategia.

E su questo punto invece, la ricerca è molto chiara:

Dire alle persone cosa pensiamo delle loro prestazioni, non le aiuta a prosperare ed eccellere, e dire alle persone come pensiamo che dovrebbero migliorare, in realtà, ostacola addirittura l’apprendimento…

Alla base dell’attuale convinzione che il feedback sia un bene immacolato(oro colato per farla facile) ci sono tre teorie nel mondo degli affari che comunemente sono accettate come verità imprescindibili:

La prima è che gli altri siano più consapevoli di te delle tue debolezze e che il modo migliore per aiutarti, quindi, è che ti mostrino ciò che tu stesso non puoi vedere. Potremmo chiamare questa la “teoria della fonte della verità“. Non ti rendi conto che il tuo vestito è logoro, quindi spetta ai tuoi colleghi dirti nel modo più chiaro possibile “come sei messo”. Se non lo facessero, non lo sapresti mai, e questo sarebbe un male.

La seconda convinzione è che il processo di apprendimento è come riempire un vaso vuoto: ti mancano certe abilità che devi acquisire, quindi i tuoi colleghi dovrebbero insegnartele. Possiamo chiamare questa la teoria dell’apprendimento.

Se ti occupi di vendite, non puoi eventualmente concludere affari se non impari la competenza di “riconoscere e soddisfare” il potenziale cliente.

Se sei un insegnante, come puoi migliorare se non impari e non pratichi i passaggi nell’ultima tecnica di insegnamento di gruppo o nel formato “flipped classroom”? Il pensiero è che non puoi e che hai bisogno di feedback per sviluppare le abilità che ti mancano.

E la terza convinzione è che le grandi prestazioni sono universali, analizzabili e descrivibili e che, una volta definite, possono essere trasferite da una persona all’altra, indipendentemente da chi sia ciascun individuo e le situazioni ambientali che affronta.

Quindi puoi, con un feed-back su come si presenta l’eccellenza, capire dove non sei all’altezza e quindi sforzarti di rimediare ai tuoi difetti. Possiamo chiamare questa la teoria dell’eccellenza. Se sei un manager, il tuo capo potrebbe mostrarti il ​​modello di comportamento del supervisore dell’azienda, e fartelo imparare a memoria. Se aspiri a guidare, la tua azienda potrebbe utilizzare uno strumento di feedback a 360 gradi per misurarti rispetto alle competenze di leadership che dovresti dimostrare e quindi suggerire vari corsi o esperienze che ti consentiranno di acquisire le competenze che i tuoi risultati indicano che ti mancano.

 

La ricerca rivela che nessuna di queste 3 teorie è vera.
Più dipendiamo da esse e più tecnologia basiamo su di esse, meno apprendimento e produttività otterremo dagli altri.

Harvard School of Business

Per capire perché e per vedere il percorso verso un modo più efficace per migliorare le prestazioni, esaminiamo più da vicino ogni teoria a turno.

Vediamo quindi quali sono i modelli più strutturati per dare feedback.

Modelli di Feedback Strutturati: Strumenti per un Coaching Efficace

Da esperto di coaching, sottolineo che, al di là della filosofia generale del feedback, l’adozione di modelli strutturati può trasformare un potenziale momento critico in un’opportunità di crescita autentica e costruttiva. Questi modelli non sono formule magiche, ma guide che aiutano a focalizzare la conversazione su elementi specifici, promuovendo chiarezza, oggettività e orientamento all’azione. Alcuni dei modelli più efficaci e utilizzati nel coaching includono:

SBI feedback punti salienti

Situation (Situazione): Dove e quando è avvenuto il comportamento osservato. (Es: “Durante la riunione di progetto di ieri mattina…”)
Behavior (Comportamento): Cosa ha fatto specificamente la persona, descritto in modo oggettivo e non giudicante. (Es: “…ho notato che hai interrotto tre volte il collega mentre presentava i dati…”)
Impact (Impatto): Qual è stato l’effetto di quel comportamento su di te, sul team, sul progetto, ecc. (Es: “…e l’impatto su di me è stato che ho percepito tensione nel gruppo e ho avuto difficoltà a seguire il filo della presentazione.”) Questo modello evita generalizzazioni (“Sei sempre distratto”) e si concentra su fatti osservabili e sulle loro conseguenze concrete, facilitando la comprensione senza innescare difensività eccessiva. Simile è il Modello STAR (Situation-Task-Action-Result), spesso usato per valutare competenze passate, ma ugualmente utile per strutturare feedback su azioni specifiche.

  1. Modello SBI (Situation-Behavior-Impact): Questo è uno dei più diretti e potenti. Chiede a chi dà il feedback di descrivere in modo specifico:

    • Situation (Situazione): Dove e quando è avvenuto il comportamento osservato. (Es: “Durante la riunione di progetto di ieri mattina…”)
    • Behavior (Comportamento): Cosa ha fatto specificamente la persona, descritto in modo oggettivo e non giudicante. (Es: “…ho notato che hai interrotto tre volte il collega mentre presentava i dati…”)
    • Impact (Impatto): Qual è stato l’effetto di quel comportamento su di te, sul team, sul progetto, ecc. (Es: “…e l’impatto su di me è stato che ho percepito tensione nel gruppo e ho avuto difficoltà a seguire il filo della presentazione.”) Questo modello evita generalizzazioni (“Sei sempre distratto”) e si concentra su fatti osservabili e sulle loro conseguenze concrete, facilitando la comprensione senza innescare difensività eccessiva. Simile è il Modello STAR (Situation-Task-Action-Result), spesso usato per valutare competenze passate, ma ugualmente utile per strutturare feedback su azioni specifiche.
  2. Modello di Pendleton: Questo modello pone un forte accento sull’auto-riflessione e sul dialogo. La sequenza tipica è:

    • Chiedere a chi riceve il feedback cosa pensa sia andato bene.
    • Chi dà il feedback concorda e aggiunge altri aspetti positivi osservati.
    • Chiedere a chi riceve il feedback cosa pensa potrebbe essere migliorato o fatto diversamente.
    • Chi dà il feedback offre i propri suggerimenti su cosa potrebbe essere migliorato o fatto diversamente. Questo approccio collaborativo valorizza la prospettiva del ricevente e incoraggia la responsabilità personale nel processo di apprendimento.
  3. Feedforward (di Marshall Goldsmith): Invece di concentrarsi sugli errori passati (feedback), il feedforward si focalizza sul futuro. Si chiede alla persona quali comportamenti vorrebbe cambiare o migliorare e poi si raccolgono suggerimenti concreti e orientati all’azione da parte di colleghi o dal coach su come raggiungere quell’obiettivo futuro. Non si parla di cosa è andato storto, ma solo di cosa si può fare da ora in poi. Questo approccio è intrinsecamente positivo, energizzante e focalizzato sullo sviluppo.

  4. Integrazione nel Modello GROW (Goal-Reality-Options-Will): Sebbene GROW sia un modello di coaching più ampio, il feedback (specialmente usando SBI) si integra perfettamente nella fase di Reality (Realtà), aiutando il coachee a prendere consapevolezza della situazione attuale basandosi su osservazioni specifiche. Il feedforward può essere prezioso nella fase di Options (Opzioni) per generare idee su come raggiungere il Goal (Obiettivo).

Grow Feed Back caratteristiche

Cosa vuoi raggiungere? Perché èimportante per te?
Dove sei in relazione all’obiettivo? Qual è la realtà attuale? Quali sono tutte le opzionidisponibili? Pensa fuori dagli schemi. Cosa farai per raggiungere questo obiettivo? Quando lo farai?

L’utilizzo consapevole di questi modelli permette al coach (o al manager-coach) di offrire “nutrimento di ritorno” in modo che sia digeribile, specifico e utile, spostando l’attenzione dalla critica sterile alla possibilità concreta di miglioramento e raggiungimento dell’eccellenza personale. La chiave non è l’applicazione rigida del modello, ma l’intenzione genuina di supportare la crescita dell’altro attraverso un dialogo basato su osservazione, rispetto e orientamento al futuro.

Leggi il nostro approfondimento su 10 Modelli di feedback

FEEDBACK NEGATIVO STRUTTURA CIRCOLARE INTERROTTA

FEEDBACK-POSITIVO STRUTTURA

FEEDBACK-POSITIVO STRUTTURA CIRCOLARE

 

Strumenti utili per raccogliere e gestire Feed-back online

Strumenti e App per Gestire il Feedback

Sebbene una conversazione faccia a faccia sia insostituibile, la tecnologia può aiutarci a rendere il processo di feedback più strutturato, tracciabile e scalabile. L’utilizzo di strumenti dedicati, invece di email o chat, offre diversi vantaggi:

  • Struttura: Guida le persone a dare feedback più efficaci usando modelli predefiniti.
  • Tracciabilità: Crea uno storico dei feedback ricevuti e dati, utile per monitorare la crescita nel tempo.
  • Sicurezza Psicologica: Permette di raccogliere feedback (anche in forma anonima, se necessario) in un ambiente neutrale, riducendo l’imbarazzo.
  • Analisi Dati: Aggrega i risultati per identificare trend e problemi a livello di team o di intera organizzazione.

Gli strumenti per il feedback si dividono principalmente in tre categorie, a seconda dell’obiettivo.

Sistemi per raccogliere Feedback in rete


 

1. Strumenti per Sondaggi e Feedback Rapidi

Ideali per raccogliere opinioni “a caldo” su un progetto specifico, dopo una riunione, o per indagini veloci. Sono flessibili e facili da usare.

E-mail

Titolari di imprese o dipartimenti di customer care possono inviare questionari di feedback elettronici verso i clienti attuali. Questi possono essere appropriati per i consumatori alfabetizzati informatici, ma non necessariamente tutti i membri della base clienti.

Questionari online

Se l’azienda ha un sito web, potrebbe avere una sezione feedback per consentire ai clienti e ai visitatori di lasciare commenti. Le informazioni raccolte potrebbero essere trasmesse al servizio del customer care o dell’imprenditore tramite un sistema automatizzato.

SitoWP ha costruito per te il migliore servizio di Supporto Siti Web. Un team creato da esperti di Grafica, Sviluppo Web, esperti Seo e Marketing al tuo servizio.

Esempi di questo tipo di servizio sono Survey Monkey e Client Heartbeat  e Google Forms.

Logo Survey Monkey

 

Survey Monkey

Nella versione gratuita, sono disponibili:

  1. 10 domande
  2. 100 intervistati
  3. 15 tipi di domande
  4. Leggera personalizzazione tema e modelli

Il sistema è ben progettato, abbastanza facile da usare, e si può incorporare le indagini.

Lato Negativo: non si può esportare i dati. Le versioni a pagamento partono da $ 26 / mese, con più domande, più intervistati, e altre caratteristiche.

Typeform

Typeform Ideale per:

  • Creare sondaggi visivamente accattivanti e con un’alta percentuale di completamento.
  • Caratteristiche Chiave: Interfaccia conversazionale (una domanda alla volta), logica condizionale (le domande cambiano in base alle risposte precedenti), design curato.
  • Perché un HR lo consiglia: L’esperienza utente è così piacevole che incoraggia le persone a lasciare feedback più ponderati.
  • Ottimo per sondaggi rivolti ai clienti o per misurare l’esperienza dei candidati durante il processo di selezione.

Logo Google Forms

Google Forms

    • Ideale per: Team di ogni dimensione, startup e chiunque cerchi una soluzione gratuita e potente.
    • Caratteristiche Chiave: Completamente personalizzabile, si integra perfettamente con Google Sheets per analizzare i dati, supporta domande a risposta multipla, aperte e scale di valutazione.
    • Perché un HR lo consiglia: È il punto di partenza perfetto. Permette di creare un modulo per il feedback post-progetto o un sondaggio sulla soddisfazione del team in pochi minuti, senza alcun costo e con strumenti di analisi già inclusi.

Google Forms è un altro fiore all’occhiello della meraviglia che è Google Apps.

Alcune caratteristiche impressionanti di Google Forms:

  • sondaggi illimitati
  • Intervistati illimitati
  • Risposte ai sondaggi e dati che vengono raccolti automaticamente in Google Spreadsheets
  • Un sacco di opzioni personalizzazione tema
  • Aggiungere il proprio logo personalizzato
  • Aggiungere immagini o video
  • Logica di paginazione e ramificazione
  • Integrazione sondaggio in messaggi di posta elettronica o sito web
  • Aggiungere collaboratori
  • 100% gratis!
  • Google Forms è l’unico strumento di indagine online gratuito che fornisce la logica libera salto, che è abbastanza impressionante. Questo sarà probabilmente la prima scelta per la maggior parte.

2. Piattaforme di Performance Management e Sviluppo Continuo

Questi sono gli strumenti più strutturati, pensati per integrare il feedback all’interno del ciclo di vita del dipendente, collegandolo a obiettivi, performance review e piani di crescita.

  • Culture Amp

    • Ideale per: Aziende strutturate e team HR che vogliono una piattaforma completa per la gestione dell’esperienza dei dipendenti.
    • Caratteristiche Chiave: Sondaggi sul coinvolgimento (engagement), gestione delle performance, feedback a 360 gradi, gestione degli obiettivi (OKR).
    • Perché un HR lo consiglia: Trasforma il feedback da un evento annuale a un dialogo continuo. Fornisce dati e benchmark di settore per capire non solo cosa pensano i dipendenti, ma anche come si posiziona l’azienda rispetto a concorrenti simili.
  • Lattice

    • Ideale per: Aziende che adottano una cultura di feedback continuo e vogliono uno strumento che faciliti le conversazioni 1-on-1 (one-on-one) e la gestione per obiettivi.
    • Caratteristiche Chiave: Gestione degli incontri 1-on-1 con agende condivise, feedback pubblico e privato tra colleghi, tracciamento degli OKR, percorsi di carriera.
    • Perché un HR lo consiglia: Mette la relazione tra manager e collaboratore al centro di tutto. Aiuta a creare un’abitudine al dialogo e rende il feedback un evento normale e atteso, non un momento di ansia.

3. Piattaforme di Coinvolgimento dei Dipendenti (Employee Engagement)

Questi strumenti usano “pulse survey” (sondaggi brevi e frequenti) per misurare il polso dell’organizzazione e capire il morale del team, usando il feedback come indicatore principale.

  • Officevibe
    • Ideale per: Manager e team leader che vogliono un modo semplice e automatico per monitorare la salute e la soddisfazione del proprio team.
    • Caratteristiche Chiave: Invio settimanale di sondaggi brevi e anonimi, reportistica intuitiva su 10 metriche chiave dell’engagement, suggerimenti pratici per i manager basati sui risultati.
    • Perché un HR lo consiglia: È uno strumento di prevenzione. Permette di identificare piccoli problemi di morale o di comunicazione prima che diventino grandi crisi, fornendo ai manager dati reali su cui basare le proprie azioni.

Consiglio da Esperto: Ricorda sempre che lo strumento è un mezzo, non il fine. La migliore piattaforma del mondo fallirà in un’azienda dove non c’è una cultura della fiducia e della crescita. Parti dal definire il processo di feedback che vuoi implementare, e solo dopo scegli lo strumento che meglio supporta la tua visione.

Altri strumenti

I Riquadri dei commenti – sono mattoni e malta per le imprese. E’ un bene scegliere di avere una piccola casella di posta per i commenti dei clienti o per le persone che visitano i locali di un azienda. Invitare le persone a lasciare pensieri e opinioni su un foglietto di carta è un ottima idea. Bello e semplice, e potrebbe significare un enorme lavoro di raccolta dati / informazioni.

Moduli di feedback basati su carta – inviati via posta ordinaria, piuttosto che elettronicamente queste forme soddisfano le fasce di clienti le meno alfabetizzate a livello IT.

Sistemi online – commenti su sistemi di commento, su un blog o su sito web permetteranno ai visitatori di lasciare un feedback.

Molti proprietari di nuovi business e direttori di aziende hanno paura dei feedback. Il ragionamento di fondo che si fa è abbastanza semplic:

La gente in genere non esce allo scoperto per dare commenti positivi, ma sono più che felici di scrivere un reclamo, brontolare o esporre un pensiero negativo quando sentono di aver subito un torto.

Naturalmente il fulcro della questione è che entrambi i tipi di feedback(negativo e positivo) sono utili in un modo o nell’altro.

Inoltre i feedback negativi potrebbero essere più utili dei commenti positivi da certi punti di vista. Purtroppo a causa della natura degli esseri umani, il numero di commenti negativi è possbile che eguagli e a volte superi il numero di quelli positivi, ma questo non è necessariamente un male, né è un segno che un attività stia facendo un lavoro terribile.

Ciò dimostra solo che vi è spazio per migliorare. Non buttiamoci giù :D!

Leggi la guida definitiva per strutturare un Sito Web

La maggior parte delle aziende moderne hanno un blog (molto simile a questo), dove i clienti e i visitatori possono lasciare commenti.

 

Il feedback nel Web

Nel Web spesso il “Feed-back” si trasforma in un Iperfeedback, in quanto l’informazione viene postata in un punto pubblico(ad esempio Tripadvisor), in cui molte persone si ritrovano.

Inoltre rimane esposta e latente, e il feed-back quindi si auto alimenta diventando esso stesso il vero fenomeno e contenuto.

Il campo delle neuroscienze ha visto una crescita esponenziale dovuta ai progressi tecnologici, che non solo hanno permesso di raccogliere dati più accurati, ma anche di affrontare una varietà di studi innovativi per la comprensione dello sviluppo umano.

Il Neuro Feedback

Il neurofeedback (NF), e in particolare le applicazioni Brain–Computer Interfaces (BCI), sono tra i metodi più promettenti, poiché consentono agli individui di interagire con un computer utilizzando la loro attività cerebrale per apprendere e allenare alcune specifiche funzioni cognitive e affettive.

neurofeedback esempio

Clicca qui per approfondire gli studi sul Hyperfeedback.

 

Leggi anche: Come rispondere alle recensioni negative

 

Alcuni esempi di web feedback web forniti sotto forma di recensioni divertenti

 

 

Come Google utilizza il feedback

Google utilizza i feedback per decidere quali siti web posizionare, lo fa attraverso i Google Signals o Segnali Google che sono parametri forniti dalle statistiche di navigazione e dal comportamento online degli utenti, e che vengono trasformati nei fattori di posizionamento Google.

Chi usa Facebook per promuoversi o altre piattaforme simili, deve ricordare che per prima cosa, questi siti web o Social Networks, sono oggetti ludici e di ritrovo per la gente, ed è per questo che sono pensati, quindi non si può impedire o tentare di impedire di parlare in negativo o in positivo di un argomento.

Il feedback dei clienti è fondamentale per fare un lavoro. I clienti sono il cuore della nostra attività, senza di loro, sarebbe impossibile avere qualsiasi successo. Il feed-back dei clienti può essere un ottimo modo per orientare il nostro business in una direzione positiva.

Devi ricordare questo concetto se hai un sito ecommerce e ti stai promuovendo.

Leggi di più su Cos’è un Sito ecommerce

o Visita la nostra Guida gratuita all’ecommerce se vuoi approfondire altri concetti simili

Come l’Intelligenza artificiale usa il FeedBack

Anche alla base dell’intelligenza artificiale c’è l’utilizzo del feedback.
Il feedback è il cuore della crescita dell’intelligenza artificiale.
Ma come fa l’AI a sfruttare il feedback?

L’AI impara come uno studente che fa pratica.

  1. Agisce: Prova a rispondere o a fare un compito (es. tradurre una frase).

  2. Riceve feedback: Gli utenti o esperti correggono gli errori (es. “No, questa traduzione è sbagliata”).

  3. Si migliora: Usa quelle correzioni per fare meglio la prossima volta.

Vediamo come fa l’AI a sfruttare i feed-back nello specifico.

1. Il feedback come “insegnante” per l’AI

Proprio come un esperto umano identifica errori e fornisce correzioni, l’AI usa il feedback per:

  • Individuare lacune: Esempio: Se un chatbot riceve correzioni dagli utenti (“No, intendevo X, non Y”), registra gli errori per evitare ripetizioni.

  • Adattare i pesi del modello: Tecniche come il backpropagation (nell’apprendimento supervisionato) modificano i parametri della rete neurale in base agli errori rilevati.

  • Ricalibrare le priorità: Un sistema di raccomandazione (es. Netflix) privilegia i contenuti con più click/visualizzazioni, “imparando” cosa piace agli utenti.


2. Metodi avanzati per integrare il feedback AI

a) Reinforcement Learning (RL) con feedback umano

  • Esempio: ChatGPT usa il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF), dove esperti umani valutano le risposte del modello. Questi giudizi diventano un “segnale di reward” per ottimizzare il sistema.

  • Analogia: Come un allenatore che premia un atleta per movimenti corretti, l’AI impara quali azioni (risposte) massimizzano il “premio” (feedback positivo).

b) Apprendimento supervisionato iterativo

  • Fase 1: L’AI genera una risposta (es. traduzione di una frase).

  • Fase 2: Un esperto umano corregge gli errori (feedback esplicito).

  • Fase 3: Il modello si riaddestra con i nuovi dati corretti, migliorando la precisione.

  • Esempio: Tool di traduzione automatica come DeepL usano questo approccio.

c) Active Learning

  • L’AI seleziona attivamente i dati su cui è meno sicura e chiede feedback mirato agli esperti.

  • Vantaggio: Riduce il carico di lavoro umano, concentrandosi sui casi critici.

  • Esempio: Sistemi medici che chiedono conferma ai dottori su diagnosi ambigue.


3. Tipi di feedback utilizzati

Tipo di feedback Come viene usato Esempio
Esplicito (valutazioni, correzioni testuali) Addestra direttamente il modello con dati etichettati. Un utente valuta una risposta dell’AI come “⭐️ 2/5: Non utile”.
Implicito (click, tempi di interazione) Indica preferenze indirette. Un utente ignora una raccomandazione e cerca altro: l’AI impara a non proporre quel contenuto.
Sintetico (generato da regole o altri modelli) Colma lacune quando il feedback umano è scarso. Un sistema di QA usa un altro modello AI per valutare la coerenza delle risposte.

4. Ciclo di miglioramento continuo (come un esperto)

  1. Raccolta: L’AI registra interazioni (es. chat, click).

  2. Analisi: Identifica pattern (es. 80% degli utenti modifica una certa domanda).

  3. Riaddestramento: Aggiorna il modello con nuovi dati.

  4. Test: Verifica le prestazioni con metriche come accuratezza o F1-score.

  5. Deployment: Rilascia una versione migliorata.

  6. Ripetizione: Il ciclo ricomincia, come un esperto che affina continuamente le sue strategie.

5. Sfide e soluzioni “da esperto”

  • Feedback distorto o rumoroso:

    • Problema: Gli utenti potrebbero fornire giudizi incoerenti o biased.

    • Soluzione: Filtraggio tramite algoritmi (es. rimozione di outlier) o integrazione con feedback sintetico.

  • Scalabilità:

    • Problema: Gestire milioni di interazioni in tempo reale.

    • Soluzione: Pipeline automatizzate (es. TensorFlow Extended) per elaborare feedback in batch.

  • Etica e privacy:

    • Problema: Il feedback può contenere dati sensibili.

    • Soluzione: Anonimizzazione e tecniche come il federated learning.


Esempio concreto: ChatGPT

  1. Fase iniziale: Addestramento su un vasto corpus di testi (pre-training).

  2. Feedback umano: Esperti valutano le risposte, classificandole come “buone” o “cattive”.

  3. Fine-tuning: Il modello ottimizza le risposte future per allinearsi ai giudizi umani.

  4. Deployment: Gli utenti finali forniscono ulteriore feedback (es. “Questa risposta è utile? Sì/No”), alimentando un ciclo infinito di miglioramento.


In Conclusione

L’AI usa il feedback come un tutor esperto che osserva, corregge e guida l’apprendimento. Combinando tecniche avanzate (RL, active learning) e cicli iterativi, trasforma dati grezzi in intelligenza adattiva, migliorando nel tempo proprio come farebbe un essere umano.

Significato Accademico di Feedback

 

Il Feedback è essenzialmente la base della crescita di un qualsiasi elemento.
Il feedback è lo scambio di informazioni tra elementi naturali, che serve a costruire un elemento che può interpretare lo spirito della natura in cui è inserito per poter prosperare.

Benvenuto nella nostra guida che ti spiega dettagliatamente come dare e ricevere un feedback.
Se vuoi entrare subito negli aspetti pratici Clicca qui per leggere subito come Dare e Ricevere feedback

Definizione di feedback:
Informazione o dichiarazione di opinione su qualcosa, come un nuovo prodotto, che può dirti se questo ha successo o è piaciuto
(fonte Cambridge Dictionary)

Esempi di utilizzo della parola feedback:
- Ci sono stati molti feedback positivi che sono stati molto incoraggianti.
- Siamo sempre grati di ricevere feedback dai nostri ascoltatori.
- Ci sono stati molti feedback positivi sul tuo articolo sulla genitorialità.
- Il feedback è molto prezioso in quanto ci aiuta a sapere se stiamo dando al pubblico televisivo ciò che gli piace.
- I genitori non sembrano approvare i cambiamenti - finora il feedback è stato piuttosto negativo.

Il vocabolario Treccani invece riporta una spiegazione del feedback più meccanica:

…termine equivalente all’italiano retroazione, che designa il processo per cui l’effetto risultante dall’azione di un sistema (meccanismo, circuito, organismo, ecc.) si riflette sul sistema stesso per variarne o correggerne opportunamente il funzionamento: f. positivo o negativo, secondo che si abbia, come risultato finale, l’intensificazione oppure l’attenuazione dell’effetto. In elettronica, f. negativo (o, con espressione ital., reazione negativa o controreazione) è, in un amplificatore, il riporto di una parte del segnale di uscita di uno stadio qualunque all’ingresso di quello stadio o di uno stadio precedente, fatto allo scopo di stabilizzare l’amplificazione…

 

Significato di feedback in diversi ambiti

Ecco il significato della parola Feedback in vari ambiti

  • Che cosa significa Feedback in Informatica?

    Il feed-back in generale è un processo in cui le informazioni sul passato o il presente influenzano un fenomeno nel presente o nel futuro. Come parte di una catena di causa-effetto che forma un circuito o loop, l’evento si dice che “feed back” in se stesso e cioè che alimenta se stesso.
  • Che cosa significa Feedback nel Marketing?

    Il feedback è un informazione utile o critica/recensione che viene fatta o inviata a qualcuno per mettere in evidenza ciò che si può fare per migliorarne le prestazioni, i prodotti, i servizi etc.
  • Che cosa significa feedback in Psicologia?

    Il feedback nella psicologia è un concetto molto importante in un sistema e si riferisce al processo di ricezione di input dall’ambiente in base alle azioni o all’output del sistema. È in qualche modo correlato all’applicazione delle conseguenze, sebbene sia un termine più comprensivo.
  • Che cosa significa Feedback in Comunicazione?

    Negli studi sulla comunicazione, il feedback è la risposta di un pubblico a un messaggio o un’attività. Il feedback può essere trasmesso sia verbalmente che non verbalmente.”Guadagnare come fornire un feed back efficace è importante quanto qualsiasi argomento che insegnamo” “Tuttavia, fornire un feedback utile è uno degli elementi più sfuggenti nell’insegnamento e nell’apprendimento”cit. Regie Routman

TripAdvisor è ad esempio una piattaforma che gira completamente attorno all’idea stessa del Feed-back. Sono i feedback che le persone cercano su questa piattaforma i veri e propri contenuti del sito, sono i feedback stessi a renderla Virale.

Molto spesso i clienti rilasciano feed back (sotto forma di recensioni) molto fantasiosi che vengono retweettati, postati su Facebook o girati su piattaforme virali, rendendo famosissimi,  locali che potrebbero essere totalmente sconosciuti fino a poche ore prima.

Traduzione di Feedback

Una traduzione in italiano della parola “feedback” che tenga conto unicamente del concetto filosofico e della sua etimologia potrebbe essere:

Nutrimento di ritorno

Spiegazione:

  • Nutrimento: Deriva dall’inglese “feed,” che originariamente significava “nutrire, alimentare.” In un contesto filosofico, questo può essere interpretato come un apporto, un elemento essenziale che viene fornito.
  • Di ritorno: Corrisponde all’inglese “back,” indicando un movimento o un effetto che ritorna, una reazione o una conseguenza che si ripercuote sull’azione iniziale.

Quindi, “nutrimento di ritorno” cattura l’idea di un apporto (informazione, energia, effetto) che ritorna al punto di partenza, influenzando o modificando il sistema o l’azione originaria, in linea sia con l’etimologia che con il concetto filosofico di retroazione e influenza reciproca.

La fonte della verità

Il primo problema con il feedback è che gli umani sono valutatori inaffidabili di altri umani. Negli ultimi 40 anni gli psicometristi hanno dimostrato studio dopo studio che le persone non hanno l’obiettività per tenere a mente una definizione stabile di una qualità astratta(cioè non fisicamente riconoscibile), come il senso degli affari o l’ assertività, e quindi valutare accuratamente qualcun altro in questo senso.

Le nostre valutazioni sono profondamente colorite dalla nostra comprensione di ciò su cui valutiamo gli altri, dal nostro senso di ciò che “appare” buono per una particolare competenza, dal nostro punto di vista, dalla nostra asprezza o indulgenza come valutatori e dai nostri pregiudizi intrinseci e inconsci.

Questo effetto è chiamato “del valutatore idiosincratico” e più della metà della tua valutazione di qualcun altro riflette in realtà le tue caratteristiche, non le sue. Questo è un tratto umano resiliente quindi nessun allenamento può ridurlo. In altre parole, la ricerca mostra che il feedback è più distorsione che verità.
Quindi i destinatari dell’interpretazione di un feed-back devono lottare attraverso questa foresta di distorsione alla ricerca di qualcosa che riconoscono come se stessi.

Facciamo un esempio chiaro per spiegare questo nostro difetto di analisi:
Consideriamo il daltonismo. Se chiediamo a una persona daltonica di valutare il rossore di una particolare rosa, non ci fideremo del suo feed back: sappiamo che non è in grado di vedere, figuriamoci di “valutare” il rosso.

Il suo errore non è casuale; è prevedibile e spiegabile, e deriva da un difetto nel suo sistema di misurazione; quindi, è sistematico.

Se poi decidiamo di chiedere ad altre sette persone daltoniche di valutare il rossore della nostra rosa, i loro errori saranno ugualmente sistematici e la media delle loro valutazioni non ci avvicinerà di più alla determinazione dell’effettivo rossore della rosa. Anzi, è peggio di così. La somma di tutte le valutazioni di rossore imprecise – “grigio”, “piuttosto grigio”, “grigio biancastro”, “marrone fangoso” e così via – e la media ci porta più lontano sia dall’apprendere qualcosa di affidabile sulle esperienze personali degli individui della rosa sia dalla verità effettiva su quanto sia rossa la nostra rosa.

Ciò che la ricerca ha rivelato è che siamo tutti daltonici quando si tratta di attributi astratti, come il pensiero strategico, il potenziale e il buon senso politico. La maggior parte di noi pensadi essere un valutatore affidabile degli altri. Pensiamo di essere una fonte di verità. E invece non lo siamo. Siamo una fonte di errore.

 

Tutto ciò che possiamo fare – e non è poco – è condividere i nostri sentimenti ed esperienze, le nostre reazioni. Ed’ è questo dato che dovrebbe essere letto.

 

 

Conclusione

Come dare un feedback alle persone è uno degli argomenti più caldi nel mondo del lavoro di oggi. Gli argomenti a favore del candore radicale e della trasparenza nuda e pervasiva hanno una spavalderia, quasi a suggerire che solo i più bravi e coraggiosi di noi possono affrontare queste verità con snervante sicurezza di sé, che quelli di noi che indietreggiano al pensiero di lavorare in un clima di giudizio continuo siano condannati alla mediocrità e che, in qualità di leader, la nostra capacità di guardare i nostri colleghi dritto negli occhi ed esporre i loro difetti senza battere ciglio è una misura della nostra integrità.

Ma nella migliore delle ipotesi, questo feticcio del feedback è utile solo per correggere gli errori, nei rari casi in cui i passi giusti sono noti e possono essere valutati oggettivamente. E nel peggiore dei casi, è tossico, perché ciò che vogliamo dalla nostra gente – e da noi stessi – non è, per la maggior parte, un’adesione ordinata a una procedura concordata in anticipo o, la capacità di esporre i difetti reciproci. È che le persone contribuiscano con i propri talenti unici e in crescita a un bene comune, quando quel bene è in continua evoluzione, quando noi, per tutte le giuste ragioni, lo stiamo inventando mentre procediamo. Il feedback non ha nulla da aggiungere a questo.

Noi umani non facciamo bene quando qualcuno le cui intenzioni non sono chiare ci dice dove ci troviamo, quanto siamo “realmente” bravi e cosa dobbiamo fare per sistemarci. Eccelliamo solo quando le persone che ci conoscono e si prendono cura di noi ci raccontano cosa sperimentano e cosa provano, e in particolare quando vedono qualcosa dentro di noi che funziona davvero.

(aggiornato al 01/04/2025)